Di Ettore Maraschi
La capacità di gestire il proprio patrimonio tecnologico è oggi più che mai un fattore determinante per il successo dell'impresa. L'innovazione è diventata un obiettivo strategico primario per conservare la competitività necessaria nell'ambiente dinamico e turbolento -in cui l'impresa vive.
Stante l'attualità del fenomeno è obbiettivo di questo articolo approfondirne due aspetti:
- definire le caratteristiche dell'innovazione tecnologica, sia in rapporto al ciclo di vita del prodotto e del processo, sia in rapporto al contesto in cui l'impresa agisce;
- esaminare il tipo di risposta che l'impresa innovativa deve o dovrebbe oggi dare per affrontare con successo il fenomeno.
Si esaminano in particolare i concetti di coerenza strategica, i modi di ricezione e introduzione del fatto innovativo e il suo effetto sulla struttura esistente, lo stimolo all'innovazione, le caratteristiche dell'impresa innovativa e il tipo di risposta che oggi sembra più coerente da parte dell'impresa; quella cioè di affrontare minacce e opportunità dell'innovazione attraverso un processo innovativo pianificato.
L'articolo si rivolge in particolare agli operatori sul campo nella gestione dell'impresa, ai managers più che agli esperti di innovazione tecnologica. Sono infatti i managers che, chiamati a gestire l'impresa nel contesto in cui questa vive, devono conoscere le caratteristiche del fenomeno prima di subirlo e i comportamenti più coerenti per affrontarlo con successo.
Per saperne di più leggi anche l’articolo “ASPETTI DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA”.
- L’IMPRESA INNOVATIVA
Definire quali siano le caratteristiche tipiche di un'impresa in grado di gestire e sfruttare coerentemente il potenziale dell'innovazione tecnologica significa parlare del grado di adattabilità e di flessibilità dell'impresa stessa agli inputs dell'ambiente esterno, della capacità di dotarsi di strutture e di management adattabili ai cambiamenti imposti dall'ambiente esterno e, allo stesso tempo, in grado di risolverli positivamente al proprio interno.
La coerenza tra introduzione dell'innovazione tecnologica e strategia d'impresa implica l'individuazione dei prodotti e dei mercati potenzialmente più vantaggiosi, delle potenzialità tecnologiche proprie dei prodotti tali da assicurare un sostanziale vantaggio concorrenziale e di quali costi sostenere per implementare tali potenzialità tecnologiche stante l'attuale struttura produttiva.
L'impresa dovrà quindi valutare se i propri investimenti in ricerca e sviluppo sono effettivamente coerenti con le proprie strategie; se è opportuno investire nelle stesse tecnologie dei concorrenti o in altre, se e come è possibile identificare le minacce e le opportunità di profitto derivanti da specifiche tecnologie innovative di settore. Le funzioni che maggiormente sono coinvolte nell'affrontare il fenomeno sono quelle di ricerca, pianificazione e organizzazione ed è relativamente a queste che si evidenziano di séguito le strategie più adeguate.
2.1. Ricerca
Al riguardo è possibile trasferire alcuni concetti del portafoglio prodotti. Si tratterà cioè di definire un a portafoglio progetti di ricerca nei quali, analogamente a quanto accade per il portafoglio prodotti, esisteranno alcuni progetti che possono essere considerati altamente redditivi ed altri che possono invece presentare caratteristiche di sviluppi interessanti a più lungo periodo. Ciò permetterà di graduare, anche relativamente ai progetti di ricerca, il grado di rischio ed i segmenti di mercato che possono interessare la azienda e allo stesso tempo di bilanciare le attività proprie della ricerca e sviluppo a più livelli e a più periodi negli orizzonti temporali.
Si parlerà quindi di portafoglio progetti, intendendo con questi il patrimonio che l'azienda vuole sviluppare in termini di innovazione e con il quale orientare la propria strategia di mercato.
La politica di selezione dipenderà tuttavia dal tipo di stimolo dell'azienda a innovarsi. Relativamente a tale aspetto, le imprese presentano di solito due diversi tipi di atteggiamenti: quello di difesa e quello di attacco. Nel primo caso la strategia dell'azienda è prevalentemente rivolta al mantenimento della propria quota di mercato e del grado di efficienza nella produzione (diminuzione dei costi), alla riduzione, fin dove possibile, dei rischi insiti nell'innovazione, introducendola solo per necessità in quanto fattore essenziale per l'immagine che l'azienda stessa deve conservare nel proprio settore di attività.
Diverso è il comportamento dell'azienda il cui stimolo sia prevalentemente di attacco; la caratterizzazione è quella di outsider, gli aspetti prevalenti sono quelli di una politica aggressiva tendente ad invadere nuovi settori di mercato.
Non va dimenticato in tutto questo che sono spesso fattori ambientali specifici ad obbligare l'introduzione dell'innovazione in azienda, in quanto è la sopravvivenza della stessa a dipendere da tale introduzione; vale come esempio la necessità di introduzione di nuovi impianti di tipo ecologico in alcuni settori produttivi o la necessità di adeguamento a certi livelli qualitativi e di standardizzazione dei prodotti richiesti da normativa ed unificazioni.
2.2. Pianificazione
Per fronteggiare minacce ed opportunità dell'innovazione in un processo di tipo esplorativo si è sovrapposto, negli ultimi tempi, quello che si potrebbe definire come processo innovativo pianificato. (Figura 1 – Attuazione del processo innovativo pianificato)
In altri termini l'innovazione non è più tanto derivante da una spinta a cogliere delle opportunità quanto dalla necessità di far fronte ad eventi nuovi e al soddisfacimento di vincoli che tendono a definire gli obbiettivi innovativi per fissare la velocità del processo innovativo stesso.
La salvaguardia ecologica prima, la crisi energetica, poi; la difficoltà, di gestire una società sempre più densa, non solo di uomini, ma di prodotti, di comunicazioni, di mobilità, ecc. sono i principali elementi esterni che spingono alla ricerca di innovazione non più per cogliere opportunità, ma per necessità. C'è da chiedersi forse se la necessità di sviluppare l'innovazione in modo pianificato per raggiungere obbiettivi dati in tempi dati, sia o meno compatibile con le caratteristiche dello stesso processo innovativo.
I tentativi di mutare, accelerando e ritardando il processo innovativo attraverso una logica di pianificazione sono stati spesso infruttuosi o hanno richiesto di muovere ingenti risorse.
D’altro canto, gli obbiettivi di innovazione che si rendono necessari in quest'epoca di crisi, che dipende non solo dall'energia, sono così ambiziosi che occorre far ricorso a tutte le risorse innovative di cui si dispone in tutti i settori: dai materiali, ai processi tecnologici di produzione, alla concezione stessa globale dei vari prodotti.
I cambiamenti che ne deriveranno, tanto più quanto più si vorrà e si potrà accelerare il processo innovativo, sono tali da portare a cambiamenti rivoluzionari nella struttura stessa dell'organizzazione produttiva.
In questo contesto il processo di pianificazione dell'impresa è forse più attrezzato per valutare momento per momento il grado di correlazione tra l'innovazione tecnologica e gli obiettivi stessi dell'impresa. Si possono identificare così, tra i fattori che contribuiscono al successo dell'innovazione tecnologica, alcuni momenti o politiche fondamentali dell'impresa stessa; tra questi:
- Orientamento al mercato.
- Congruenza con gli obiettivi strategici dell'impresa.
- Scelta di un efficace sistema di valutazione e selezione dei progetti.
- Efficace gestione dei progetti.
- Risorse umane creative disponibili all'interno dell'impresa.
- Organizzazione ricettiva all'innovazione
In particolare, per organizzazione ricettiva all’innovazione si intende una azienda dotata della necessaria flessibilità e adattabilità per rendere compatibili le strutture stesse dell'impresa ai cambiamenti che ne derivano dall'ambiente esterno.
Il processo di pianificazione gioca quindi un ruolo di primaria importanza, l'innovazione tecnologica deve essere vista non come un fattore anomalo che in qualche modo possa turbare l'assetto dell'impresa, ma come un elemento necessario al suo continuo evolversi e al suo successo.
2.3. Organizzazione
È difficile che si possa pensare di affrontare cambiamenti radicali in cui tutto si mette in discussione, attraverso un'organizzazione tradizionale caratterizzata da una rigida suddivisione dei compiti, con funzioni che si sono via via consolidate nelle proprie attribuzioni nel corso degli anni, come il marketing, la progettazione, la ricerca, ecc. Quanto abbiamo detto in precedenza richiede anche per l’organizzazione una fase di transizione che richiederà probabilmente di trovare nuove capacità imprenditoriali per una nuova era industriale. C'è da chiedersi se tornerà di moda il capitano d'industria, capace di rischiare attraverso la comprensione sintetica di fenomeni sempre più complessi, non interpretabili compiutamente dalle capacità puramente analitiche tipiche di un'organizzazione strutturata per funzioni specialistiche.
A corollario di questo l'azienda dovrà certamente affiancare ai grossi investimenti per i processi produttivi, attività di ricerca e sviluppo maggiormente orientate ed impegnate nella ricerca di quanto l'ambiente esterno possa richiedere.
E non basterà aumentare solo la capacità di generare idee nuove e mutazioni innovative, ma occorrerà avere anche una ricchezza culturale tale da facilitare il trasferimento in effettiva innovazione delle nuove idee nei propri prodotti e nei processi produttivi. Tutto ciò comporta un allungamento di quelli che erano i normali orizzonti temporali dell'attività di ricerca, e non solo di questa ma anche
di quella della pianificazione, dell'attività tecnica e l'esigenza di una gerarchizzazione delle attività in funzione degli obiettivi a breve e lungo termine. Nasce quindi la necessità di creare soluzioni organizzative che separino le attività con obiettivi temporali diversi.
D’altro canto, la crescente forte interdipendenza tra interno ed esterno dell'azienda, tra le varie fasi del processo produttivo, tra i vari componenti e sottosistemi del prodotto, fa sì che diventi necessario un approccio sistematico e che esso da una metodologia generale di comportamento diventi una necessità.
Il sistema produttivo o il sistema prodotto mercato diventano più integrati più compatti; tutto in definitiva agisce ed interagisce con il tutto. Ne consegue un'interdipendenza sempre più stretta tra processo produttivo e prodotto e nell'ambito di entrambi tra i vari punti salienti degli stessi. Nel caso del processo produttivo la spinta ad una crescente integrazione e interdipendenza tra le sue varie fasi deriva, tra l'altro, da:
- Il risparmio energetico che tende a far rivedere i singoli processi produttivi e ad integrarli per il recupero delle energie;
- La conservazione dell'ambiente che tende a far recuperare riciclandoli i materiali;
- I requisiti di qualità crescente che tendono a sostituire l'uomo con tecniche di controllo automatico più oggettive ed affidabili;
- La necessità di far fronte ad improvvise carenze o di manodopera o di materiali con una gestione più flessibile sia dei magazzini che delle varie stazioni operative.
La interdipendenza, mettere tutto in gioco, fa sì che il mestiere della progettazione e della gestione del processo produttivo diventa particolarmente difficile; diventa fondamentale porsi delle priorità tecniche
La interdipendenza tra le varie fasi del processo produttivo tende inoltre a mettere in risalto che si tratta di un effettivo sistema e che pertanto l'innovazione non solo deve avvenire a livello dei relativi sottosistemi ma a livello del sistema globale.
Anche per quanto riguarda il prodotto l'interdipendenza di tutto con tutti pone problemi considerevoli. Vi è ad esempio da una parte la tendenza a proiettare nel tempo la responsabilità del produttore, integrando l'assistenza tecnica con la produzione e trasformando quasi la vendita di un prodotto in una vendita di servizio.
D’altra parte, interventi di regolamentazione tendono a rendere più sofisticato il prodotto, anche quello che si posiziona nella scala più bassa dei prezzi, accorciando quindi le distanze tra i segmenti di mercato.
2.4. CONCLUSIONI
Tutto questo porta ad un'unica conclusione; è ormai fuori discussione che siamo di fronte ad una formidabile sfida per tutta l'organizzazione aziendale. Si tratta di confrontarsi in uno scenario che prevede una rivoluzione sia nel prodotto che nei processi produttivi mentre tutto l'apparato è abituato ad operare in termini di lenta evoluzione.
La soluzione della nuova imprenditorialità indicata più sopra, è forse un po' semplicistica data la complessità di un approccio interdisciplinare e multidisciplinare. Ciò che dobbiamo comunque accettare è che gli obbiettivi e le esigenze per affrontare la nuova sfida dell'innovazione tecnologica pongono come presupposto principale la capacità di recuperare imprenditorialità attraverso le modalità più diverse. I tentativi in atto da parte delle aziende che si evidenziano nel. passaggio, per alcune, alla decentralizzazione, a un sistema cioè di gestione distribuita, in cui decisioni strategiche e tattiche si intersecano e comunicano fra di loro, con i segnali che dalla periferia vengono trasmessi facilmente, come segnali di anticipo, al centro per la gestione strategica dell'intero sistema, sono un monito a chi non ha ancora avvertito l'urgenza del problema.
Le responsabilità del manager, gestore di un processo di rinnovamento, diventano molteplici. Se da un lato deve gestire il rinnovo come tale, dall'altro è anche responsabile dell'incremento della produttività ad essa connesso. Il suo obbiettivo diventa quindi l'attuazione di una politica che possa conciliare l'aumento del patrimonio tecnologico aziendale con un parallelo aumento della produttività. AI manager si chiede di gestire il processo innovativo nella sua totalità; in altre parole, conosciuti ed analizzati quelli che sono i fattori ambientali stimolanti l'introduzione dell'innovazione, di definire un programma sulla base del quale decidere se investire o meno in attività innovative e, in caso affermativo, con che modalità di investimento.
Come responsabile del fatto innovativo gli verrà perciò richiesta un'esperienza sempre più multidisciplinare e di mediazione tra esigenze diverse. La standardizzazione del linguaggio e la comunicazione facilitata permettono tra l'altro a specialisti di diverse funzioni aziendali di avvalersi degli strumenti di altre funzioni, creando così la necessaria comunicazione di interfaccia tra i vari sottosistemi aziendali. Dovrà così migliorare la comunicazione tra ricerca e sviluppo e la progettazione, tra la progettazione ed il marketing.
La sfida che si pone è difficile, in particolare per organizzazioni deboli a bassa cultura interdisciplinare, povere di risorse, che non siano strettamente legate al ciclo produttivo ed al breve termine. Purtroppo, in generale, questo è un caso italiano e quindi un atteggiamento critico ottimistico è giustificato solo se le azioni di recupero verranno non solo identificate, ma portate avanti con grande determinazione.